La fecondazione in vitro è la terapia di procreazione assistita più avanzata ed efficace. Prevede la fecondazione degliovociti con liquido seminale in laboratorio – in vitro – al fine di creare embrioni, che vengono poi coltivati per 2-6 giorni in condizioni completamente controllate in apposite incubatori. Dopo aver selezionato uno o due embrioni di buona qualità, questi vengono trasferiti nell’utero, mentre se sono presenti embrioni di buona qualità in eccesso, possono essere congelati per un utilizzofuturo.
La fecondazione in vitro è il metodo più efficace di procreazione assistita e viene applicata per trattare l’infertilità femminile e/o maschile. È consigliata per donne con occlusione delle tube o idrosalpinge, con endometriosi, con problemi di ovulazione o sindrome dell’ovaio policistico, per donne in età riproduttiva avanzata, nonché per uomini con alterazioni del liquido seminale sperma (infertilità maschile moderata o grave). La fecondazione in vitro è necessaria anche per le coppie che si sottopongono a diagnosi genetica preimpianto.
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Le fasi di un ciclo tipo di fecondazione in vitro
In un tipico ciclo di fecondazione in vitro, la donna viene sottoposta a stimolazione farmacologica delle ovaie per consentire il prelievo di più di un ovocita, che verranno poi fecondati in laboratorio con gli spermatozoi del partner (o donatore di liquido seminale). Naturalmente, la fecondazione in vitro è anche possibile in un ciclo naturale, senza l’assunzione di farmaci.
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Il prelievo degli ovociti, ovvero il processo di raccolta degli ovociti dalle ovaie, è una procedura semplice e breve, che dura circa 15-20 minuti e viene eseguita sotto sedazione in sala operatoria. Comprende la paracentesi dei follicoli sotto monitoraggio ecografico e l’aspirazione del liquido follicolare, che contiene gli ovociti. Gli ovociti vengono poi isolati dagli embriologi e mantenuti in condizioni speciali in laboratorio. Dopo l’intervento, la donna rimane a riprendersi per un breve tempo, poi fa ritorno a casa.
Il passo successivo è la fecondazione degli ovociti, con il liquido seminale del partner. Esistono due metodi diversi di fecondare gli ovociti: la fecondazione in vitro convenzionale (FIV) e la microfecondazione (ICSI).
Gli spermatozoi e gli ovociti vengono mescolati in una piastra con speciale terreno liquido di coltura. Gli spermatozoi si avvicinano e fertilizzano gli ovuli senza la necessità di ulteriore intervento. Il successo della fecondazione in vitro tradizionale richiede spermatozoi di buona qualità, e un numero sufficiente di spermatozoi che presentano motilità. Dopo 16-18 ore di incubazione, gli embriologi verificano il numero di ovociti fecondati, che continuano a essere coltivati in laboratorio fino al giorno del trasferimento.
La tecnica ICSI prevede l’inserimento di uno spermatozoo direttamente all’interno dell’ovocita. Si applica nei casi di infertilità maschile, cioè quando lo sperma è carente per numero o motilità degli spermatozoi, nel qual caso la fecondazione in vitro tradizionale può non dare risultati. La tecnica ICSI è adatta anche a coppie con liquido seminale di buona qualità, ma per le quali la fecondazione non è assolutamente riuscita in un precedente tentativo di fecondazione in vitro tradizionale.
Gli ovociti fecondati (embrioni) vengono attentamente monitorati mentre si sviluppano, per 2-5 giorni in rigorose condizioni di coltura nel modernissimo Laboratorio di embriologia dell’Unità HYGEIA IVF Embryogenesis.
I nostri embriologi sono responsabili di garantire le condizioni ideali di coltura in tutte le fasi dell’evoluzione embrionale, osservando e analizzando al tempo stesso lo sviluppo per valutarne la qualità.
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L’embrione, nei primi giorni del suo sviluppo, è racchiuso in un guscio, la zona pellucida e per essere impiantato deve uscire da questo guscio.
Se la zona pellucida è troppo spessa o dura (come può essere il caso negli embrioni di donne di età avanzata), potrebbero esserci difficoltà nell’uscita dell’embrione che quindi prevenirebbero l’impianto.
Con la tecnica dell’hatching assistito si pratica (in vari modi, ma solitamente con il laser) un foro nella zona pellucida degli embrioni appena prima del trasferimento, sperando che questo ne faciliti l’impianto. L’applicazione di questa tecnica in tutte le coppie non è associata a risultati migliori, tranne forse nei casi con anamnesi di tentativi multipli non riusciti di fecondazione in vitro o di età avanzata della donna.
Affinché sia possibile effettuare il trasferimento degli embrioni, l’utero della donna deve essere adeguatamente preparato, assicurando che l’endometrio (lo strato interno dell’utero che riveste la cavità endometriale) offra le condizioni per ricevere l’embrione. Durante il trasferimento, l’embrione migliore viene trasferito nell’utero con l’aiuto di un catetere flessibile sotto monitoraggio ecografico. La procedura viene eseguita in sala operatoria, ma è rapida e indolore e non richiede alcun tipo di anestesia. Secondo la legislazione ellenica, è consentito trasferire fino a un massimo di 2 embrioni nel caso di donne fino ai 39 anni di età. Fanno eccezione le donne di età compresa tra i 35 e i 39 anni di età che si sono già sottoposte ad almeno 2 tentativi, per le quali è consentito trasferire fino a 3 embrioni. Per le donne di 40 anni è consentito trasferire 3 embrioni. Per le donne di età compresa tra i 41 e i 49 anni di età è consentito fino a 4 embrioni. In caso di donazione di ovociti, il numero massimo consentito è di 2 embrioni, indipendentemente dall’età della ricevente.
Dopo il trasferimento degli embrioni, il medico le comunicherà la data esatta in cui eseguire il test di gravidanza, ovvero la misurazione dei valori di beta-gonadotropina corionica (hCG) nel sangue. Può riprendere le normali attività in attesa del risultato, evitando di strafare. Se il risultato è positivo, 15 giorni dopo il suo ginecologo eseguirà un’ecografia per confermare l’esistenza del sacco vitellino e della funzione cardiaca.
Se la fecondazione in vitro ha come risultato embrioni di buona qualità (oltre a quelli da trasferire), questi vengono congelati.
Presso l’Unità HYGEIA IVF Embryogenesis abbiamo un programma di congelamento per gli embrioni (oltre a ovociti e liquido seminale), che utilizza il metodo della vitrificazione. La sopravvivenza degli embrioni dopo lo scongelamento supera solitamente il 90%, mentre i tassi di gravidanza sono simili o addirittura superiori a quelli con embrioni freschi.
Gli embrioni congelati vengono conservati in azoto liquido in condizioni rigorosamente controllate, nell’apposita area della Banca per il congelamento della nostra Unità.